Abstract
Concetto di collassamento o decoerenza in un sistema vivente: L’identità biodinamica in un sistema vivente mostrerebbe che il processo generatore stia operando in ogni infinitesima parte del sistema con un intreccio coerente-decoerente di esplicazioni funzionali la cui sommatoria conferisce la dinamica strutturale del sistema intero.
Collassamento o decoerenza in un sistema vivente: il sistema vivente-essere umano
Il sistema vivente-essere umano, nell’esprimere ininterrottamente la propria capacità vitale, agisce sviluppando processi di auto-organizzazione. Lo svolgimento di tale attività corrisponde all’analisi dell’ informazione-segnale ( i-s) che incessantemente e in quantità infinita gli viene proposta.
La sua analisi è l’istantanea elaborazione di infinite i-s attraverso la propria sensorialità percettivo-cognitiva e di fatto non è altro che la capacità del sistema intero di operare una “scelta” comportamentale, ovvero di prendere una “decisione” auto-organizzandosi in un determinato processo funzionale.
Aspetti funzionali inediti
A fronte, però, degli innumerevoli possibili modelli di auto-organizzazione funzionale, che il sistema può attuare in relazione alla complessità del sistema stesso e del sistema ambiente, la “scelta” si esprimerà in una risposta nella cui costruzione andranno a realizzarsi aspetti funzionali inediti.
In tali aspetti, confluiranno ogni volta capacità di organizzazione depositate in esperienze precedenti e già più o meno sperimentate.
Questi aspetti, cioè, agiranno in retroazione e alimenteranno quindi sia ulteriormente i vecchi sia inevitabilmente i nuovi possibili s chemi organizzativi. In altre parole le elaborazioni di una i-s è sempre una rielaborazione.
Con tali considerazioni, la capacità del sistema uomo di avviare un processo funzionale di elaborazione potrebbe essere interpretata come capacità di “promuovere” un certo evento funzionale.
E’ come se il sistema decidesse nella sua autonomia di agire orientando la propria auto-organizzazione verso un certo modello processuale, quasi come se lo prevedesse.
Collassamento o decoerenza in un sistema vivente: il sistema vivente-essere umano
Tale “previsione” appare come subordinata ad un “ desiderio di preferenziale funzionale” del sistema affinché quell’evento possa accadere, cioè affinché si realizzi proprio quella organizzazione funzionale che darà quel comportamento.
Il sistema quindi farà il possibile per controllare l’evoluzione del processo e deciderà come intervenire per aumentare i propri attrattori ( le direzione di stabilità comportamentali) e, modificando continuamente le variabili e le scelte, modificherà se stesso ( adattamento).
In questa operazione, il punto di forza del sistema non risiede in una determinata e ineluttabile precisione di scelta di un modello comportamentale (tipologia di processo non attinente ad un sistema complesso non-lineare), bensì nella “ modalità di decisione” che il sistema attiverà dando seguito ad una sua insita capacità organizzativa arricchitasi esperienzialmente nel tempo.
Tale considerazione è molto importante nell’approccio terapeutico che ha come protagonisti paziente e terapeuta.
Indeterminazione funzionale di modelli
Ma il sistema, oltre a “prevedere” determinando la propria evoluzione, permette che, al di là della “decisione presa”, altre decisioni rimangano in uno stato virtuale di possibile utilizzo verso altre relative espressioni comportamentali.
Consente, cioè, che al fianco della auto-organizzazione che si è organizzata, si mantenga uno stato di indeterminazione funzionale di modelli potenzialmente evocabili ed utilizzabili ( sovrapposizione di stati), ma in una complessità non-lineare e al momento “non prevedibili”.
È interessante considerare nell’approccio terapeutico non tanto la ricerca di un perché un sistema uomo (paziente) vada incontro ad una evoluzione auto-organizzata nel tempo, quanto come questo avvenga cercando di interpretare la via comportamentale pregressa ( metodo QuEBA: Quantum, Emozioni, Batteri, Alimenti).
Abbiamo detto che il sistema nella sua “decisione” attrattoria di stabilità comportamentale, avvia l’evoluzione dei processi funzionali co-evolvendo.
Avvicinandosi all’ambito terapeutico (approccio terapeutico metodo QuEBA), la ragione della co-evoluzione la ritroviamo nel “rapporto” tra paziente e terapeuta.
Possiamo ipotizzare che il sistema paziente subisca la costruzione determinante-indeterminante del sistema terapeuta-operatore nella sua capacità effettrice/interventistica e che entrambi co-partecipino al sistema ambiente in cui la relazione va a manifestarsi.
Collassamento o decoerenza in un sistema vivente: sistema osservatore e sistema osservato
Dobbiamo, quindi, ampliare una visione sistemica per andare a comprendere in essa un sistema osservatore (operatore/terapeuta), un sistema osservato (paziente) e un sistema ambiente.
Osservatore-osservato-ambiente sono inscindibilmente interagenti e di volta in volta i sistemi, nella loro istantaneità espressiva comportamentale, si esprimeranno con modalità afferenti e/o efferenti in realtà esperienziali estremamente variabili.
Per dare valore all’espressione terapeutica, però, dobbiamo aggiungere anche che il sistema paziente è osservato, ma come sistema auto-organizzato è anche osservatore.
Pertanto, possiamo supporre che anch’esso si trovi nella istantaneità continuativa efferente di funzionalità comportamentali. Va da sé che il terapeuta, oltre ad agire nella sua funzione di osservatore, nell’approccio della comunione dei due sistemi diventi anch’esso osservato.
A tale scopo, il terapeuta dovrebbe accantonare una volontà razionale di dominio concettuale e intellettuale che mal si concilia proprio con la co-evoluzione integrata dei sistemi osservatore-osservato, permettendo quindi la capacità dei reciproci stati funzionali comportamentali tralasciando la prevedibilità.
Confini funzionali
In queste condizioni relazionali, possiamo pensare che svaniscano i confini funzionali tra i sistemi, pur mantenendosi ognuno nella propria autonomia e auto-organizzazione.
È importante, infatti, considerare che il sistema osservato (paziente) diventa “ partecipe e protagonista” alla co-evoluzione con il sistema osservatore (terapeuta), proprio grazie alla capacità di decisione di quest’ultimo di lasciare indipendente e auto-organizzato il sistema paziente stesso (metodo QuEBA).
Si può comprendere, così, come ogni realtà osservata possa modificare la risposta dei sistemi coinvolti condizionando la evoluzione e co-evoluzione nella loro fase di interazione-integrazione.
Le i-s che interagiscono integrandosi con i sistemi osservatore-osservato-ambiente (metodo QuEBA, i-s: Emozioni, Batteri, Alimenti) danno l’avvio alla costruzione dei modelli comportamentali e allo sviluppo delle coreografie espressive (postura, gesto e atto motorio PGA).
Va sottolineato ancora che le i-s sono proposte sempre mantenendo l’individualità co-organizzativa dei sistemi, affinché tra osservatore e osservato si dia avvio alla costruzione dei modelli comportamentali ed allo sviluppo delle coreografie espressive.
Promuovendo tali processi, le i-s potranno essere compatibili o meno ai fini dello sviluppo di una auto-organizzazione funzionale che sia più o meno conveniente al sistema stesso.
Convenienza utile funzionale e non utile funzionale
Per convenienza utile funzionale si intende la probabilità che una i-s possa dare adito a costruzioni di modelli più vicini al progetto di adattabilità che il sistema possiede ed è in grado di esplicare.
Nel caso di convenienza non utile funzionale, si ha comunque la costruzione di pattern comportamentali, ma questi allontaneranno via via dalla possibilità di avere nel sistema un riscontro di compatibilità progettuale esperienziale.
Normalmente, le due soluzioni si esprimono nelle istantaneità comportamentali in stretta simbiosi. In tale realtà possiamo anche capire quanto l’ambiente esterno-interno/interno-esterno possa diventare un grande “ modulatore fondamentale” nelle genesi e nello sviluppo di elaborazioni funzionali espressive del sistema.
Decisione funzionale
Riflettiamo un attimo sulla “ decisione funzionale”, cioè l’espressione comportamentale della conseguente realtà emergente: essa è indotta dal sistema ambiente, dal sistema osservato o dal sistema osservatore?
È lecito ipotizzare che per tutti i componenti esista una realtà prevedibile e sconosciuta che si tradurrà in una dimensione attrattoria decisionale all’insaputa di ogni singolo componente.
Dunque, tra paziente, terapeuta e ambiente, nella condizione di co-evoluzione interattiva-integrativa e nella opportuna condizione di “sospensione del giudizio”, verrà meno nei sistemi stessi la capacità di “prevedere” gli eventi (cioè le espressioni comportamentali).
Questo lascerà le possibili decisioni in una sovrapposizione di stati comunque tutti potenzialmente utilizzabili (tutti i sistemi sono indipendenti), anche se co-evolutivi.
Cosa deve fare il terapeuta
Un terapeuta, cioè colui che “osserva” l’ambiente esperienziale del paziente, non deve porsi come “indagatore diagnostico”, in quanto conoscitore del sintomo e del luogo della sua probabile generazione.
Deve porsi come operatore in grado di generare una efferenza tale da mantenere nel sistema paziente una afferenza aperta e non determinante nella costruzione dei propri pattern.
In conclusione, non si deve produrre sul sistema osservato la propria volontarietà di indagineperché questo porterebbe al collassamento non desiderato da parte del sistema osservato (metodo QuEBA).
Normalmente, dal punto di vista terapeutico, la diagnosi, la cura e la guarigione sono del tutto comprensibili e divisibili.
Tuttavia, abbiamo a che fare con l’andamento non lineare che è proprio di ogni sistema vivente (che porrebbe in difficoltà l’affermazione precedente).
Attivazione di nuovi modelli adattativi
Da non scordare, che ogni sistema nella sua auto-organizzazione non “comprende” lo stato di buona o cattiva salute, ma opera unicamente nella sua “normalità” di risposte alle i-s. Queste ultime daranno adito a scelte potenzialmente infinte.
Tali scelte, ovvero le possibilità dettate dagli attrattori di stabilità comportamentali, si orienteranno in maniera tale che cambiando stati e dinamiche funzionali produrranno azzeramenti di costruzione di vecchi modelli disfunzionali e ne attiveranno di nuovi più adattativi (metodo QuEBA).
Bibliografia
- Aczel A. D., Entanglement Il più grande mistero della fisica, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2004
- Bohm D., Casualità e Caos nella fisica moderna, CUEN, 1997
- De toni A. F., Comello L., Ioan L., Auto-organizzazioni il mistero dell’emergenza nei sistemi fisici, biologici e sociali, Venezia, Marsilio Editori, 2011